Una mostra alle opere calcografiche del pittore e incisore fra i più studiati e misteriosi della storia dell'arte. Si è aperta ieri una mostra memorabile e particolare perchè rappresenta il coronamento di studi portati avanti da due generazioni, sull'artista napoletano. L'Istituto Nazionale per la Grafica ha presentato il lavoro di studio sulle acqueforti di Rosa, nello spazio espositivo della Stamperia. La collaborazione con la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, la Biblioteca Nazionale di Napoli, la Biblioteca dell'Accademia dei Lincei Corsiniana e la Biblioteca dell'Istituto di Archeologia e Storia dell'arte che riportano importanti documenti della conoscenza e della cerchia di Salvator Rosa che conosceva Ribera e Filippo Napoletano.Il cosiddetto "Codice Rosa" si può seguire il passaggio fra il disegno progettuale, la matrice e la stampa vera e propria.Il pittore barocco inizia a studiare a Napoli dove nasce nel 1615; va a scuola da Francesco Fracanzano suo cognato, e stabilisce alcuni contatti a Roma in un breve soggiorno con il Lanfranco e con i Bamboccianti per i quali poi proverà una profonda distanza artistica e propendendo sempre più per il grottesco. In seguito torna a Napoli e prosegue la sua opera con l'esecuzione di alcuni paesaggi che allora furono poco apprezzati in un mercato dominato da Battistello Caracciolo e dai seguaci. In seguito torna a Roma dove conosce Lorrain e in seguito a Firenze dove rimase per 8 anni come membro dell'Accademia dei Percossi muore poi a Roma nel 1673 ed è sepolto nella chiesa di S. Maria degli Angeli. L'esposizione comprende 97 acqueforti, 14 matrice e 3 disegni, il catalogo è stato curato da Rita Bernini funzionaria dell'Istituto e che ha ereditato gli studi con altri studiosi quali Gian Giotto Borrelli, Giuseppe Trassari Filippetto Interessante nella narrazione della mostra il ricettario per l'acquaforte, esposta in originale con alcuni schizzi.Sarà aperta dal 10 aprile al 29 giugno 2014
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